Quiet Hiring
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Quiet Hiring, come ridefinire l’organizzazione del lavoro

Per rispondere con flessibilità e strategia ai bisogni del mercato e delle aziende, in un panorama in costante evoluzione delle risorse umane, stanno emergendo pratiche sempre più innovative. Una delle tendenze più discusse è il quiet hiring, un approccio che sta ridefinendo in modo profondo la gestione dei talenti e l’organizzazione del lavoro.

Ma cos’è davvero il quiet hiring? Perché è destinato a diventare una delle pratiche HR più diffuse nei prossimi anni? E come può migliorare l’efficienza aziendale e il talent management? Scopriamolo insieme.

Cos’è il Quiet Hiring

Il termine quiet hiring può essere tradotto come “assunzione silenziosa”. A differenza delle strategie di recruiting tradizionali, questa pratica non comporta l’inserimento di nuovi dipendenti dall’esterno, ma si concentra sul riutilizzo strategico delle risorse già presenti in azienda.

In sintesi, il quiet hiring consiste nell’identificare internamente collaboratori con potenziale, competenze trasversali o margini di crescita, e nell’assegnarli a ruoli chiave o a nuovi progetti, rispondendo a esigenze organizzative o alla carenza di specifiche professionalità.

Questo approccio può includere:

  • Riassegnazione temporanea o definitiva di mansioni

  • Ridefinizione di ruoli e responsabilità

  • Formazione interna per sviluppare nuove competenze

  • Utilizzo mirato di freelance o consulenti per integrare competenze specifiche senza formalizzare nuove assunzioni

Un trend nato dal contesto

Il quiet hiring si è affermato come risposta a un contesto globale complesso. La pandemia, le trasformazioni dei modelli di lavoro e fenomeni come la Great Resignation hanno portato a un ripensamento dei processi HR.

Secondo un’analisi di Gartner del 2023, il quiet hiring è tra le prime cinque tendenze che segneranno il futuro della gestione delle persone, insieme al consolidarsi dello smart working e all’aumento delle strategie di upskilling e reskilling.

In un’epoca caratterizzata da scarsità di talenti, volatilità economica e cambiamento rapido, le aziende hanno compreso che valorizzare il potenziale interno è spesso più sostenibile che avviare lunghi processi di selezione esterna.

I vantaggi del Quiet Hiring

Adottare una strategia di “assunzione silenziosa” offre numerosi benefici:

1. Valorizzazione dei talenti interni

Molte organizzazioni non hanno ancora una mappatura chiara di tutte le competenze presenti nei propri team. Il quiet hiring spinge le risorse umane a individuare talenti nascosti e a investire nella loro crescita.

2. Riduzione di tempi e costi del recruiting

Il processo di selezione, assunzione e onboarding di nuovi dipendenti può richiedere mesi e risorse significative. Secondo McKinsey, i costi medi di una nuova assunzione possono superare il 30% dello stipendio annuo del ruolo. Il quiet hiring consente di ottimizzare tempi e budget, mantenendo la continuità operativa.

3. Aumento della motivazione e del senso di appartenenza

Quando un dipendente viene coinvolto in progetti nuovi o responsabilità coerenti con le proprie ambizioni, si sente valorizzato e riconosciuto, con un effetto positivo sulla retention.

4. Maggiore flessibilità organizzativa

Il quiet hiring aiuta le aziende a adattarsi velocemente a esigenze produttive, picchi di domanda o progetti strategici, senza necessariamente ampliare l’organico.

Le sfide da affrontare

Nonostante i vantaggi, il quiet hiring comporta sfide importanti. In particolare:

  • Richiede un lavoro costante di mappatura delle competenze, per evitare decisioni improvvisate o sbilanciate.

  • Impone alle HR di gestire in modo trasparente i processi di riassegnazione, per evitare percezioni di favoritismo.

  • Può essere percepito dai dipendenti come un sovraccarico di responsabilità non concordato.

  • Necessita di una cultura organizzativa che valorizzi la flessibilità e l’apprendimento continuo.

Un quiet hiring mal gestito rischia di ridurre la motivazione o di alimentare sentimenti di incertezza.

Quiet Hiring e formazione: un binomio vincente

Uno dei fattori più rilevanti per il successo del quiet hiring è l’investimento nella formazione interna.

Le aziende devono dotarsi di programmi di upskilling e reskilling personalizzati e di piattaforme di microlearning che consentano alle persone di acquisire competenze in tempi rapidi.

Esempi di strumenti efficaci:

  • Accademie interne con percorsi di aggiornamento verticale e trasversale

  • Programmi di mentoring e coaching per sostenere il riposizionamento professionale

  • Moduli di formazione on demand accessibili in qualsiasi momento

Secondo LinkedIn Learning, le aziende che investono in programmi di formazione continua vedono un aumento fino al 50% della retention nei ruoli chiave.

Quiet Hiring e cultura organizzativa

Il quiet hiring non è solo una pratica di gestione delle risorse: è una scelta culturale. Un’organizzazione che premia la crescita interna, il cambiamento e la condivisione di competenze è più predisposta a realizzare con successo questo modello.

Per consolidare questa cultura, è importante:

  • Formare i manager alla gestione di team agili e al cambiamento dei ruoli

  • Comunicare in modo trasparente i percorsi di sviluppo

  • Favorire un clima di fiducia e di collaborazione reciproca

In un contesto segnato da scarsità di talenti, trasformazioni digitali e necessità di adattabilità, ripensare il modo in cui si gestiscono e si valorizzano le competenze interne può diventare un fattore competitivo determinante.

Non si tratta di un trend passeggero, ma di un cambio di paradigma che richiede leadership inclusiva, formazione continua e una cultura aperta al cambiamento.

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